Miei affezionatissimi e amati lettori, vengo in soccorso di quei molti che, tentando di uscire da una situazione incresciosa (per esempio, sfuggire ad un inseguitore che li ha visti allontanarsi con aria sospetta dalla scena del crimine), si sono ritrovati senz’asso nella manica, con le pive nel sacco e sguarniti di conigli da cilindro.
Orsù, non fatevi prendere dallo sconforto e tosto andate a seguire i consigli della vostra vedova preferita!
Ricordo la prima borsa che maman mi regalò: una Birkin di Hermés, come premio per la mia buona condotta (e non sto parlando di rendimento scolastico, ma di prestazioni sul campo). Stavo già abbarbicandomi ad una delizia in pelle di piccole dimensioni, quando la mia saggia genitrice piegò il capo da un lato e mise il broncio, quel broncetto smorfioso d.o.c. che solo le donne francesi sanno disegnarsi in viso, dicendo: “Fafì, sai che non amo interferire nelle tue scelte estetiche, visto che i tuoi gusti sono già meravigliosamente delineati, ma la Birkin dev’essere capiente”, e, con lo sguardo esperto, mi indicò la borsa che comprai. Una Birkin 40 color blu abisso.