Splendori, la vostra vedova preferita s’accinge a concludere l’esaustivo tutorial che vi permetterà di bypassare il matrimonio con la stessa tecnica di Neo che evita le pallottole in Matrix, avendo come scopo precipuo quello di rendervi zitelle, felici e contente, per sempre, come nelle fiabe per piccini.
Dunque, mie romantiche bellezze, perché questo impulso insano di sposarsi? Non stiamo parlando di scegliere come travestirsi per carnevale, ma di pianificare il futuro, l’intera vita a venire, tra quattro mura, con un uomo. Uno solo. Sempre quello. Tutti i santi giorni che Dio mette in terra.
Due cuori e una capanna.
Ed eccoci qui, dopo una serata con le nostre migliori amiche stile “Sex and the city” (le cui quattro protagoniste, lo confesso, mi stanno un filino sugli zebedei); ci sfiliamo i sandali dorati tacco dodici, gettiamo sulla sedia il delizioso abitino in lurex verde scarabeo e accendiamo la televisione sulle ultime sequenze del film di mezzanotte. Pubblicità: mulino bianco. Colazione, bimbi paffuti, sorrisi, mariti in pigiama ma già pettinati e sbarbati, sole, pavimenti lucidi, casa dei sogni. Sospiriamo, e il nostro pensiero corre a mammà, alla portiera, alla zia, all’ex compagna di scuola incontrata per caso: tutte con la stessa domanda, quasi fosse questione di vita o di morte, come se dal nostro stato civile dipendessero le sorti del pianeta.
Perché non ti sposi?
In un battito di rimmel, tutte le convinzioni che ci hanno inoculato insieme alle girelle, l’alfabeto, i cartoni animati, le favole, i giocattoli, la Bibbia, Cioè, le figurine Panini, ci salgono in gola tipo rigurgito del dopo cena, strozzandoci con la loro greve verità: il tempo passa, e bisogna farsi una famiglia.
La famiglia…all’inizio, noi e il nostro lui, nella modesta bicocca dove incominciare la vita insieme, dove crescere e prosperare, dove, in un futuro prossimo, moltiplicarci. Complici, amici, amanti. Lui nella sua quotidianità, nelle sue irresistibili goffaggini, nei baci mattutini impastati di sonno, nei piedi accavallati mentre guarda con noi “E’ arrivata la felicità”. E noi, senza trucco e parrucco, a sperimentare gustosi manicaretti etnici, appaiare con religiosa devozione i suoi calzini, ammiccare ed arrossire quando ci propone di lasciare lo sceneggiato a metà per correre in camera da letto, a riscrivere il finale.
Ingenue sognatrici! La magia dura quanto una sveltina nei bagni pubblici (e non storcete il naso: mi serviva una similitudine forte), perché la convivenza a tempo indeterminato ci butta ferocemente nella routine di straordinari non pagati, cartellini da timbrare, scadenze da rispettare. La realtà è un brusco risveglio che ci fa scendere ogni mattina dal letto col piede sbagliato e sempre in quei giorni. La vita diventa una sequela di pile di calzini da appaiare, con il letto diviso a metà come un campo di calcio, con due televisioni accese sempre su due canali diversi. Come marito e moglie. Ognuno acceso sul proprio canale, a guardare un programma in replica.
Poi, arrivano i figli. I piezz ‘e core. La nostra gioia, la nostra consolazione. Perciò, si deve comprare una terza televisione. Oppure, un coniuge rinuncia al suo reality preferito. Si sfugge alla realtà guardando reality.
Potrei continuare. Ma la vividezza della mie considerazioni ha fatto calare la mestizia su questo blog, ed io evito la mestizia come evito le forze dell’ordine, i rompiballe e i pettegolezzi, perciò…
Ça c’est tout!
Come ultimo esercizio, guardatevi incessantemente la seguente galleria di immagini, anche in gruppo se preferite, e ricordatevi che la zitellaggine è un dono, non una maledizione, parola di vedova!
Sagace e acuta. As usual. Puntualizzazione da scassamaroni; si sfugge alla realtà anche recitando il proprio reality. 😀
Abbracci. Piero 🙂
PS Inutile dirti che adoro le “Charlize” che vogliono rimanere zitelle, purché continuino a frequentarmi.
PPS Ma non nei bagni pubblici.
due punti, non punto e virgola…
Piero, darling, si sfugge recitando, ma si finisce dalla padella alla brace: non c’è peggior attore di chi recita per mentire a se stesso…forgive me, a volte prevale la mia vena intimista, ma poi mi passa…
Ti auguro soddisfacenti frequentazioni di Charlize, ovunque tu voglia: classy is better!
La tua vena intimista è sempre molto sofisticata oltre che infallibilmente dotata di precisione satellitare.
Per quanto riguarda la classe, oh yes!
And better if it smells of Dior J’adore or Chanel no. 5. No matter which one.
😀 Piero
Chanel è una delle poche certezze della vita, mon chér!
Non su tutte le pelli. Trust me. 🙂
I do! Solo sulla pelle delle zitelle convinte, e su qualche sparuta vedova.
… if sophisticated and classy, like you.
And with the killer instinct, of course!
Missing it, there’s no way to thrill.
Ahahahah sei fantastica! Di ritorno da un week end gita parenti, mi permetto di suggerirti di inserire ancora un capitolo nel tuo tutorial… 🙂 un abbraccio Missis
Gita+parenti=inusitata tortura: Sista, ci vorrebbe un tomo soltanto per imparare le strategie atte a sfuggire al parentado. Più arduo che filarsela davanti alle forze dell’ordine!
Sei una sista ma anche una santa, per questo divine, as usual!
Ti adoro! Anche a me stanno antipatiche le tipe di Sex and the City, anche se il telefilm mi piace. Quella Carrie, non si capisce, fa l’emancipata ma zitta zitta vuole solo finir con l’anello al dito.
That’s right, e diventa pure una moglie rompiballe, e poi è secca. Troppo secca. Diffido delle segaligne, V., my friend…
Nooooo, anche io sono secca secca, ma non per scelta 😦 Però non sono odiosa come lei!
Tu non sarai mai segaligna, tesoro: hai troppa sostanza!
Grazie, detto da te è un gran complimento!
Mi piace il tuo stile, soprattutto nel modo che hai di prendere posizione e dire la tua, senza fronzoli e banalità.
Sei molto gentile. A me piace il tuo modo di perculare l’umanità con garbo e sarcasmo, doti rarissime, al giorno d’oggi. Buona serata cara!
Bhe, se eviti i rompipalle ed i pettegolezzi, allora…
YOUNG DISCIPLES – APPARENTLY NOTHIN’
Thanks a lot.
Mississ…
Mi è partita la tastiera. Intendevo, missiswhite…
Giusto ad un vagone poteva partire la tastiera, n’est-ce pas?
Oui.
V’é da dire che parte pure l’embolo.
Bon jour, ma chére dame! Povere noi! Passano gli anni (secoli in realtà!), ma permangono luoghi comuni di gusto piuttosto stantìo (veda il dictat di sposarsi e moltiplicarsi… come se la mondo non fossimo già troppi!)… qui est le problèm! Mi auguro e le auguro che le energie spese in questo tutorial sortiscano quanto più possibile l’effetto di svegliare o rafforzare le menti deboli del gentil sesso.
Riverisco.
Ma chére amie, io difendo e promulgo la ricerca della felicità, la joie de vivre, la libertà di essere femme come meglio si crede, senza seguire dettami e senza abbarbicarsi a illusorie leggende metropolitane (matrimonio). Ma come si deve aver stoffa per essere vedove, altresì ne occorre per essere zitelle. Perciò: viva il libero arbitrio, Chanel e l’ammmour!
“Come marito e moglie. Ognuno acceso sul proprio canale, a guardare un programma in replica.”
“Si sfugge alla realtà guardando reality.”
Chapeau! T’amo e ancor di più t’amo perchè non ci sposeremo mai.
Tu hai capito la filosofia, la chimica, l’astronomia e anche l’escatologia del mio pensiero, mio orribile tesoro.
Je t’adore, tu le sais, ma petite.
Troppo forte e troppo vero ciò che affermi.. missiswhithe..!!
Ho sempre pile di calzini da appaiare..quando non diventano spaiati..cioè spesso..tra quelle di mio figlio e del mio compagno..mi rifiuto ormai di riconoscere di chi siano..!! 🙂
Non pensi però che la “zitellaggine” comporti purtroppo la solitudine..soprattutto ad una certa età?
Non se si ha della buona servitù, darling! Ma sono speranzosa: la scienza sta facendo passi da gigante, perciò…chissà… magari verrà un giorno in cui si brevetterà il matrimonio felice. Nell’attesa, perché non essere felici e libere, pur continuando a credere e a vivere l’amour, l’amour, toujours l’amour?
Bonne soirée, folata!
Buona domenica missiswhithe..una domenica d’amour..!! 🙂 🙂 🙂