C’è un cadavere in biblioteca

the body in the library

“C’è un cadavere in biblioteca, sir!”, annunciò Mr. Stevens la mattina di Natale, mentre tutti noi, la famiglia al completo, stavamo facendo colazione a Greenway House per la prima volta dopo cinque anni vissuti in giro per il mondo.

“Parbleu!”, esclamò maman, continuando a sorseggiare il suo cafè au lait, “My goodness, not again!”, aggiunse daddy senza smettere di spalmare il burro, con precisione inglese, sulla fetta di pane abbrustolito.

Zio Alistair scosse la testa in silenzio, indirizzando un’alzata di sopracciglio fugace a papà, mentre zia Tatti lanciò un’occhiata panoramica sulla tavolata e concluse: “Qui ci siamo tutti…non sarà qualcuno della servitù? Sarebbe un vero peccato: è così difficile trovare del buon personale al giorno d’oggi…”.

Continua a leggere

Alla deriva

Dans les clapotements furieux des marées
Moi l’autre hiver plus sourd que les cerveaux d’enfants,
Je courus ! Et les Péninsules démarrées
N’ont pas subi tohu-bohus plus triomphants.

Dentro lo sciabordare aspro delle maree,
l’altro inverno, più sordo di una mente infantile,
io corsi! E le Penisole strappate dagli ormeggi
non subirono mai sconquasso più trionfante.

Le bateau ivre – Arthur Rimbaud

Quando mi corre acqua antartica dal cervello al plesso: un gelido mare diafano che s’infrange e scroscia contro gli scogli dei polmoni, dove il mio respiro naufraga. Dura la metà di un anno la notte senza falce che mi s’affaccia dentro, in un nero che dimentica sogni di aurore boreali.

Poi, si sollevano incontenibili maree d’inquietudine, e l’abisso comanda di guardarmi i viscidi fondali bui, cimitero d’oblio, lasciati inesplorati dall’urgenza di vivere. Frenetica illusione di ricordi archiviati; forzieri colmi, seppelliti sotto due decadi di sabbia, il fianco squarciato di un veliero ammutinato, mute carcasse di cattivi pensieri.

Infine, la bonaccia mi sorprende affranta, stremata dall’inverno che mi doleva il cuore; resto a galla immobile, a occhi aperti su troppa luce e sete. L’ultima risacca di scontento si ritira a riva, rivelando rifiuti, conchiglie scheggiate e alghe. Stralci di frasi non dette, qua e là, come balene spiaggiate. Desideri guasti, incrostati di mitili gibbosi. Qualche no, qualche sì, tanti forse: ciottoli inutili. Inzuppata agenda di numeri d’ombre, e fantasmi.

Mentre i gabbiani gridano.

Zio Barbablù

barbablu
Uncle

Miei diletti, osservate l’uomo qui sopra dall’aria elegante e posata e ditemi: notate la somiglianza? Mais oui, tale e quale a daddy!

David_Niven
Daddy

Zio Alistair è il fratello maggiore di papà ed è un ingegnere di fama mondiale: ha avuto una cattedra all’Università di Boston, ha brevettato l’attuale sistema che gestisce il funzionamento dei semafori di tutto il globo, ha progettato l’impianto stradale delle grandi arterie internazionali (e, I believe, anche della Via Lattea). A genius. With moustache.

Continua a leggere

Mon sapin de Noël

Miei adorati, la festività che sta per sopraggiungere, come ogni anno, tende a sopraffarmi con i suoi ridondanti eccessi e frenesia. Solo la decorazione dell’albero mi fa provare emozioni da infante, la gioia pura, estetica ed estatica, di luccicanti miraggi.

Pur rifuggendo la frugalità, amo l’essenziale, il distillato di un pensiero che si fa concetto, il particolare, la bellezza spogliata del troppo, l’equilibrio di forma e sostanza.

Il mio albero è semplice, quasi nudo, ornato da sprazzi di luce e null’altro. Ma è luce viva, preziosa, ricca di significanza.

L’albero di una ladra gentilvedova.

Voilà.

pietre-preziose-sullalbero-dellemirates-palace