Riassunto delle puntate precedenti: colpo di fulmine tra Mr. White et moi, sul canyon. Mi vede, m’impalma e mi porta nella piantagione del sud. Ma il fuoco della passione non basta a tener vivo un amore, quando le mie antagoniste sono ben due e rispondono al nome di Smith & Wesson.
Mes amis, tengo a dirvi che sono una donna molto paziente e comprensiva: mai feci un appunto a Mr. White in merito alla sua attività (redditizia e criminale anzichennò), neppure mi sognai di lamentarmi di avere alle calcagna, ogni giorno, ora e minuto che Iddio mette su questa terra, i suoi ingombranti tirapiedi, discreti quanto i botti di Capodanno.
Accettavo di buon grado le limitazioni alla mia libertà, ma che ci volete fare: ero giovane, inesperta e follemente innamorata….del resto, l’amore era un boccone rubato al volo, tra un viaggio d’affari e l’altro, perciò non ancora logorato dall’abitudine.
Ma, in una sera di calma apparente, mi scivolarono gli occhiali con le lenti rosa: fui offesa, e tutto cambiò!
Mentre mi dilettavo nella lettura di un intrigante thriller di Agatha Christie: “Lord Edgware Dies”, mio marito, seduto accanto a me sul divano, si sollazzava nella visione di un cartone animato di Walt Disney: “Gli Aristogatti”, tentando di coinvolgermi nel suo divertimento sfrenato.
B.n.v.(breve nota della vedova): Non fate commenti. Ognuno ha i propri passatempi: c’è chi ama pescare, chi predilige il giardinaggio o le partite di football. Mr. White aveva la collezione completa dei cartoni animati di Walt Disney, disposti in ordine cronologico nella libreria, accanto ai miei romanzi, ai miei racconti gialli e alle mie adorate biografie dei Tudors.
“Indovina il mio personaggio preferito, piccola”, mi ordina a bruciapelo, mentre gli occhi gli brillano come se stesse conteggiando la refurtiva.
“Frou-frou?” rispondo, distratta dalla trama avvincente del mio libro.
Mr. White cambia posizione sul divano, seccato: “Edgar! Il mio personaggio preferito è Edgar! Quello sì che è un maggiordomo: furbo, temerario, diabolico…”
“Yankee…”, aggiungo, continuando a leggere la stessa riga per la quarta volta.
Mi lancia un’occhiata volpina e sorride compiaciuto, lieto di aver attirato la mia attenzione. Appoggio il libro e mi inalbero, piccata: “Certo, un maggiordomo partorito dalla matita di uno yankee, irriconoscente e privo di dedizione!”
Sospiro, e la mia mente vola all’immagine struggente delle campagne smeraldo del Devon, in quella che resterà per sempre la mia home sweet home: “Greenway House”, dove sono nata e cresciuta, dove ho lasciato i ricordi d’infanzia, il mio cuor di fanciulla. E il miglior maggiordomo del Regno Unito. Mr. Stevens.
“Come si chiamava il tuo pinguino personale? Jarvis?”, mi canzona l’impunito.
“James, si chiama James ed è ancora vivo e vegeto!”, preciso, e torno a sospirare, conscia dell’amara realtà: Greenway House non è più casa mia, e Mr. Stevens non ne è più il maggiordomo. E non sono più circondata da prati all’inglese, ma da mangrovie putrescenti e acquitrini infestati di alligatori.
Mr. White passa repentino dal sorrisetto al ghigno feroce. Conosco quell’espressione: non sono più la sua piccola, ma la preda, la vittima designata, il bersaglio dei suoi colpi. Accavalla i piedi sul tavolino di cristallo e latra: “Jules, Vincent!”
Alla velocità di uno sparo i due ragazzoni sono al suo cospetto, pronti a eseguire qualsiasi ordine venga loro impartito.
Senza smettere di sorridere, Mr. White intima: “La mia signora sente la mancanza del maggiordomo, e io sono qui per esaudire ogni suo desiderio; chiamate G.B., ditegli di muovere quel culo molle e di sgommare immediatamente qui! Con armi e bagagli”.
Zucchino e Coniglietto si danno una gomitata complice e cominciano a sogghignare come due bimbetti che hanno appena nascosto una lucertola nel registro della maestra.
Coniglietto si attacca al cellulare e convoca il misterioso G. B.: “Hey, il capo ti vuole!”
Edgar non è ancora partito per Timbuctù, che già mi ritrovo le Tre Grazie davanti a me: Zucchino, Coniglietto e un piccoletto dagli occhi porcini, con una camicia hawaiana e un marcatissimo accento del sud: “Salve, Madame, sono G.B., ai suoi ordini”.
Fa un inchino e mi guarda con virile ammirazione. Mi fingo a mio agio e domando: “G.B.? Come George Bush?”.
Tutti si mettono a ridere, tranne me. Anzi, comincio a innervosismi.
“Ah, ah, no, Ma’am. G.B. Come Gerard Butler! E, non per vantarmi, sono il miglior palo della Louisiana!”
E giù, a scompisciarsi, insieme agli altri tre! Incrocio le braccia e fisso il consorte con aria sprezzante, mentre questi si sta contorcendo sul divano, ilare e soddisfatto.
“Butler. Capisco. Gerard Butler (che, tradotto, suona più o meno come Gerardo Maggiordomo). Esilarante! E che me ne faccio di un palo che si chiama Maggiordomo, porta il nome di un attore scozzese, e parla come un confederato della guerra di secessione?”
Mr. White si scurisce in volto, tornando a essere letale e sbrigativo: “Ho bisogno di un paio d’occhi in più per un po’, e mr. Butler ha dieci decimi per bulbo”.
Con un gesto del capo, congeda il buono, il brutto e il cattivo, e torna a guardarsi il suo fottuto cartone animato come se nulla fosse successo. Atteggiandomi a diva da melodramma, lascio cadere il libro sul tavolino con un tonfo rumoroso, mi alzo in piedi e, con il mento rivolto verso i santissimi del paradiso, me ne vo, sbattendo la porta.
Mi sporgo dalla scalinata e vedo Mr. Butler all’ingresso. Sembra aspettarmi. Lo raggiungo, e il piccoletto mi regala un sorriso arguto, intanto verifica il mio personalino, dandogli mentalmente un voto lusinghiero: “Ma’am, sapesse quanti problemi mi dà questo cognome…”, fa una pausa teatrale, si schiarisce la voce e continua: “Vede, non sono l’unico Maggiordomo che esercita nel campo di banche e affini…”
Mi accendo una sigaretta, incuriosita, e ne offro una al mio nuovo coinquilino: “Che significa?”
G.B. accetta la sigaretta, tira una boccata e traduce: “Più di una volta sono stato contattato per un lavoretto, ma stavano cercando il Maggiordomo sbagliato”, abbassa la voce, come se stesse per rivelarmi il terzo segreto di Fatima: “Si sa solo che è inglese, per questo lo chiamano “The butler”. Da qualche mese fa base a Baton Rouge. E non esiste scassinatore di cassaforti abile quanto lui!”
Il mio cuore cominciò ad accelerare il battito, come volesse passare col rosso; “lui” era in America, in Louisiana, a Baton Rouge….e, come tetto, aveva il mio stesso cielo!
Continua
Chissà perché quando ti vedo mi viene spontaneo parlare francese. 😉
Forse perché maman est francaise, while daddy is an english gentleman…

Ma che bella mescolanza.
Mi piace tanto il tuo stile e secondo me potresti scrivere tranquillamente un romanzo che io comprerei 😄
Darling, se avessi le capacità creative e la disciplina per scrivere un romanzo, ti ci metterei una dedica vergata con pennino e calamaio e te lo porterei direttamente a casa, insieme a James e alla bottiglia di Prosecchino!
Capacità creative mi sembra di sì, disciplina non so. Ma se ci son riuscita io che non ne ho molta (una robina breve eh), credo tutti 😁
L’omicidio è la mia fonte d’ispirazione. Ma se non è un delitto perfetto, mi scema l’entusiasmo…
Beh, non so come sei messa a disciplina, ma la creatività non ti falta!
Le hai cherie!
Je t’adore.
Moi aussi
E’ davvero fantastica questa storia, aspetto ogni giorno con estremo interesse la puntata successiva. Scrivi molto bene, ma già lo sai, e io adoro la narrativa “gialla”. Non vedo l’ora che arrivi domani per leggere il seguito. Vado al lavoro adesso, non c’è un Mr. White che paga i miei conti! Hahahaha! 😀 😀 😀 Bonne journée, à bien tôt. ❤
Marianne, bellezza dalla chioma fulva, sono felice di essere un appuntamento quotidiano in mezzo alle trivialità necessarie a sopravvivere. Bonne journée à toi, chérie!
Merci madame! Je suis heureux aussi! 😀
Quanti ricordi con gli Aristogatti! Li avrò visti mille volte e per fortuna non ricordo mai la fine. Il piccoletto promette molto bene, sembra il sosia di Danny De Vito e sicuramente ne combinerà delle belle!
Con una camicia hawaiana sono certa che faresti la tua porca figura.
Non sono contrario a priori, anzi quando Judith ha finito di correre dietro ai ragni potrebbe fare uno dei suoi fotomontaggi per farmene render conto.
La Judith ha il lato sinistro da Galileo Galilei e quello destro da vispa Teresa, perciò è impossibile prevedere le sue mosse.
E in mezzo dei gran ragni! Solo immaginare che una bestia simile mi si arrampichi addosso mi fa rabbrividire…
Fai regolare richiesta di bacheca antifurto. Così risolvi anche il problema igiene personale.
Alle cariatidi non le danno, purtroppo. Abbiamo fatto richiesta, c’è un problema di fondo.
Giorgio, amico caro, non me la potevi far conosce prima l’affascinante Mrs White? Bricconcello, la volevi tenere tutta per te, di’ la verità! Ma ti ho scoperto! All’occhio, eh, che ti sto alle costole … 😀
Pardon me, Mrs. White, I have used your space, but our friend must be checked and sometimes kept in brake, otherwise who knows what pranks he can us do … 😀 😀 😀
Marianne, sweetheart, dici che il Gio è avvezzo allo scherzo? E noi lo si aspetta al varco, pronte al contrattacco (parte il ghignetto satanico)!
Hihihihi …. 😈 No, scherzo, Giorgio è un caro amico, persona intelligente, colta, ironica ed autoironica, bravo scrittore. lo stimo molto. 😀
Anch’io. E poi, quel suo modo di reggere l’architrave…
Exactly 😀 😀 😀
Gio con la camicia hawaiana saresti divino, altrochè.
Come on, sis: matrioska Gio con l’hawaian shirt!
Ho appena fatto uno ScreenShot della sua immagine di Gavatar… adesso sto cercando la giusta fantasia hawaiana U__U
Si deve intonare col colore dell’incarnato.
Et voilà un giò nuovo di zecca immortalato alle Hawaii, paparazzato con Olena
Quelle merveille, vado tosto a vedere.
Mi piace da impazzire il tuo stile e… Concordo… Dovresti scrivere un romanzo…
♥♥♥♥
MissisW. questo giallo di infittisce sento profumo d’ amori, intrighi e tradimenti… e già t’immagino con in mano i cerchi rotanti da Xena principessa guerriera!
Una soap che neanche the bold and the beautiful, visto? I cerchi rotanti li ho provati ma mi sbeccano le unghie e io de.te.sto lo smalto (Chanel rouge-noir) rovinato…
Che patos!!
Visto che roba?
e devo ancora leggere il prossimo…