Ora lo so. Ieri, forse, no.

Joyce Lussu – Vorrei sapere quando ti ho perso

Vorrei sapere quando ti ho perso
in quale data in che momento
forse quel martedì ch’ero triste
o un mese prima d’averti visto
forse quella domenica pomeriggio
ch’ero allegra e parlavo troppo di me
forse in una data remota
inesplicabile e ignota
come il tre marzo del millenovecentotré

.

Vorrei sapere dove ti ho perso
in che punto preciso della città
forse davanti ad un semaforo
forse in un bar o in una stanza
forse dentro ad un sorriso
forse lungo una lacrima
che colava giù per una guancia
forse tra le aureole gialle dei lampadari
sospese nella nebbia dei viali.

Dicono che piove

Piove, senti come piove
madonna come piove
senti come viene giu’!

Sta piovendo forte di nuovo, ma forte forte forte.

Dicono.

Meglio non bagnarsi, dicono. Stare a casa, tranquilli, a farsi raccontare quello che succede fuori.

E se esci, mi raccomando! L’ombrello! Anche se stai a casa, che potrebbe sgocciolare dal tetto, oppure qualcuno ti abbraccia, bagnato. Che sconsiderato!

Forse pioverà per sempre.

Dicono. 

O fino a quando inventeranno un mini ombrello da impiantare dritto dritto nel cervello.

Mi sa che rischierò, e uscirò con un vestito a fiori e un cappello di paglia, sola soletta.

Toh, un raggio di sole.

 

Pazienza

 

Tutto, tutto mi fa male, ogni parola

E allora non scrivo più.

Vi ricordate?  Era estate, eravamo in campagna e mi mettevate gli orecchini di ciliegia…

L’età dell’innocenza si è dissolta nell’aria viziata.

E l’acqua blu mi spettina i diti.

Voglio il diritto di essere spettinata. Una vita corretta, sì, ma con due dita di rum del peggior bar di Caracas.

Andrà tutto bene?

I don’t think so.