Goodbye, freni inibitori

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Da Weltanschauung Italia

Nonostante decenni di lessico politicamente corretto, giornate della memoria e pubblicità progresso per il superamento di pregiudizi e discriminazioni, nonostante eventi benefici, campagne di sensibilizzazione contro ogni forma di odio, iniziative a favore di qualsiasi minoranza e produzioni dell’industria culturale nelle quali l’inclusività e il rispetto delle differenze vengono ripetute fino allo sfinimento, le pulsioni più basse della massa non sono state certamente eliminate ma soltanto compresse e represse.

Nascoste e acquattate nei sotterranei dell’anima e nel privato, sono rimaste in attesa di tornare fuori con un balzo accumulando voracità e intensità.

Il bisogno di un bersaglio da accusare e su cui sfogare le proprie frustrazioni emotive, materiali ed esistenziali, la necessità di individuare un capro espiatorio, il desiderio di sentirsi migliori e superiori a qualcun altro, la brama di godere di privilegi, hanno sempre fatto parte del funzionamento psichico dell’uomo contemporaneo ma non era opportuno esplicitarli pubblicamente se non si voleva incappare nel biasimo collettivo e in varie accuse preconfezionate.

Con le paventate restrizioni mirate esclusivamente ai non benedetti dal magico siero che tutto può, il potere ha finalmente fornito alla neo plebe contemporanea una categoria da poter discriminare, ghettizzare, sbeffeggiare, evitare, disprezzare, perseguitare, criticare, condannare e detestare senza più sensi di colpa o vergogna.

I sentimenti più biechi, tenuti ipocritamente al guinzaglio dalla propaganda buonista e zuccherosa, possono ora essere lasciati correre a briglia sciolta alla luce del sole, addirittura giustificati e incentivati da una patina di nobili intenti solidali e civici.

Il non benedetto, reo di non aderire ciecamente alla nuova parareligione scientista, di dubitare del clero cultural-mediatico e di lesa maestà nei confronti degli esperti titolati, irresponsabile nel suo affidarsi al proprio sistema immunitario e nella sua testarda ostinazione a disporre del proprio corpo, è il feticcio perfetto sventolato dalle élite per scatenare un aperto conflitto orizzontale all’interno delle masse di subordinati.

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18 pensieri su “Goodbye, freni inibitori

    1. Weltanschauung, nel mare magnum di canali telegram tutti uguali che, francamente, hanno ormai stancato, è l’unico con un approccio umanistico-filosofico, e io mi ritrovo d’accordo con molte delle sue considerazioni. Sono tempi bui, e confesso di essere molto preoccupata. Per ora, seppellisco gli odiatori con il sarcasmo. In futuro, vedrò. Non ne parlo con i gemelli: mi prenderebbero troppo alla lettera.

      1. Io sono anche pronto a una vita monastica e eremitica se mi costringono. Anzi mi ci troverei bene. La mia preoccupazione è per le mie due ragazze che si ritrovano a vivere in una società di pazzi…

            1. Aneddoto: dietro la mia abitazione ci sono un ruscello e un boschetto. Per alcune notti di seguito, sentivo movimento nel ruscello e ho concluso che fossero cinghiali. Più volte mi sono appostata alla finestra, di notte, per scorgerli: niente. Un pomeriggio, al tramonto, me ne stavo distesa sul letto con la finestra aperta, ponendomi, come sempre, quesiti cosmici, ed ecco apparire la tribù di ben quattro adulti e nove piccoli cinghiali! La morale? Inutile forzare gli eventi: se una cosa è per te, arriverà comunque. Come dice la protagonista di un meraviglioso anime giapponese: non esistono le coincidenze, esiste solo l’inevitabile.

              1. Il fato, il destino, il filo di lana dei popoli nordici, il crocevia dell’inferno, c’è qualcosa che possiamo decidere noi, piccoli e inutili esseri? Meglio non pensarci, forse.

                1. Credo che, come sempre, possiamo decidere solo per noi stessi, cercando di essere vigili, lucidi e critici. Senza cedere alle, come tu le hai ben definite, lusinghe del sistema. Quindi, forti e liberi.
                  Ora vado a mettermi lo smalto: tutta questa profondità, di domenica mattina, va stemperata in frivolezza.

    1. Oh, Denken, qual buon vento! Il titolo si riferisce all’articolo: i freni inibitori sono creati dalla propaganda per tenere ipocritamente al guinzaglio i sentimenti più biechi del popolo. Ora questi freni sono stati eliminati, mostrando la vera natura dell’uomo.

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