Cuore ardente

Un tempo avevo un cuore ardente; ora è scotto.

Sciapo, bollito. Lo credevo barricato come il vino buono, invece è solo vecchio. Stantio. Magari dovevo lasciarlo battere in una botte di rovere, non tra carcasse d’ossa. Lo tenni ben tappato, questo è certo, o forse troppo soffocato, non so. 

Lui fa ciò che deve: timbra e sgobba senza pause. Niente ferie, niente svaghi. Pulsa, quieto, come da contratto. Ma io so che, in cuor suo, non ha più smalto. Anni fa scoppiava di gioia, ora aspetta soltanto la fine del giorno. Come se, domani, ci fosse qualcosa -che so- una botta, un fremito. 

Una traccia nascosta, un bonus inaspettato. Un rosso Ferrari carico, per ripartire con le gomme nuove. Un vinci dopo aver grattato, ma grattato tanto, non soldi facili. Anche una nuova sfida dall’esito incerto andrebbe bene, purché scossa. 

Alt, ho bisogno di volt! Una scarica che squarci il mio cielo gonfio d’acqua, per far sì che il cumulonembo torni sole vibrante.

4 pensieri su “Cuore ardente

  1. Ti immaginavo ad Acapulco, a Miami. Sul bordo di una piscina a forma di noce di cocco, con in mano un cocco e all’anulare un brillocco regalato da un cocco ricco. Un cocco ricco e fresco, un frescone. E invece ti trovo sulla spiaggia di Ladispoli, col cuore che fa le bizze. Per chi, per che? Mistero. Sei tornata, ed è una bella notizia. È primavera, dopotutto.

    1. E infatti sto giusto rimirando la mia nuova tiara di rubini che si intona divinamente con il pareo di seta color sangue fresco. Champagnino e cuore ribelle, come si confà alla mia personcina. Quello scotto è solo una licenza poetica, anzi, una speculazione accademica, come dice Rinaldi a proposito del suo passato da no-euro.

Lascia un commento