Sipario

Miei diletti, adieu.

Una ladra che si rispetti se ne andrebbe di soppiatto e nottetempo, lasciando dietro di sé soltanto l’armadio vuoto e i cassetti del comò aperti, con un anonimo scontrino stropicciato, caduto a terra, come unica traccia del suo passaggio. O un fermaglio per capelli a forma di farfalla…chissà…

Ma son ladra gentildonna, e in questa casa fatta di parole ho avuto ospiti che, con la loro presenza gentile e costante, hanno costruito altre stanze: poltrone comode davanti al camino acceso, mentre fuori piove. Alcune presenze sono diventate voci reali, tangibili, amiche.

Per loro, abbasso il capo in segno di rispetto e faccio un cenno di saluto con la mano guantata. Devo andare: la vividezza abbacinante della vita vera mi ferisce gli occhi, ed io non riesco più a vedere le sfumature dei colori.

Getto uno sguardo alle parole impilate sul letto, accanto alla veletta abbandonata sul cuscino. Senza malinconia, senza ripensamenti. Ci saranno altre porte da aprire, altre parole da cucire in una storia. Oppure no…chissà…

La mia fedele Birkin è pronta a partire con me; nessun altro bagaglio, soltanto lampi di ricordi: profumo di nonnine, tacchi in bilico, mug per il té, gatti zen, ghiande rosse, moonlight serenade, arte e bambini, piazzette, England, pelliccia bianca, deliri, santi e vagoni. Oblio.

Merci à tout le monde. Torno a darmi alla macchia.

Esco in punta di piedi, senza pompa, umilmente, da vedova. Voilà: