Un delitto avrà luogo

mannarino cinese

Una vedova con la pelle levigata e lucente come può difendersi dall’afa crudele che attenta alla sua bellezza?

Facendosi portare in luogo fresco e collinare, da compagno fedele, per cenetta intima ma informale, of course! E non chiedete dettagli sul mio accompagnatore (vi dico solo che è virile, moro, atletico et abbronzato nonché discreto, generoso e non tedioso ma, soprattutto, con la fedina penale immacolata), perché sarò muta come un sepolcro!

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Il caso del dolce di Natale

 Che cosa può mai fare una vedova sola e senza figli per respirare aria di famiglia felice e quotidianità pacifica tra le quattro mura domestiche?

Sono una donna che ama la solitudine (dotata di tutti i comforts, naturalmente), ma che sa apprezzare il piacere della buona compagnia, di un sorriso spontaneo, di risate di bimbi…

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Polvere negli occhi

Una donna in gramaglie come può voltare pagina e riprendere a vivere con dignità?

Sono sulla mia terrazza, intenta a sorseggiare la mia abituale bevanda fresca (acqua gassata, lime, ghiaccio, herba buena, zucchero di canna, un respiro di rum e frutto della passione). Una brezza soave sfiora la mia pelle levigata e il silenzio del primo pomeriggio porta pace al mio animo inquieto (son donna sagace e mordace, per questo mai in pace), quand’ecco…

Lui. Il mio dirimpettaio. In shorts e torso nudo.

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Corpi al sole

Che cosa può fare una povera vedova per sopravvivere con dignità alla perdita dell’amato consorte?

Mettere a punto la propria abbronzatura, of course!

Tra veli di parei neri e ombrelloni di paglia (per non rovinare eccessivamente la carnagione), mi distendo sul lettino color corda, una bevanda fresca e un trionfo di frutta sul tavolino di legno levigato, e mi dedico con dedizione allo studio dell’umanità che gravita nelle mie vicinanze.

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Il mistero del treno azzurro

Che cosa può mai accadere se il biglietto di treno in prima classe, prenotato on-line e debitamente stampato su foglio formato A4, corrisponde ad un posto che non c’è? Io ho il posto 2b e mamma il 2c. Soltanto che il 2c non esiste!

Mamma si sistema un inesistente ricciolo scomposto e, dall’alto della sua aristocratica statura, mi lancia un’occhiata interrogativa e sprezzante, pregna della convinzione che sia mia la colpa dello spiacevole disguido. Io non abbasso gli occhi, e contraccambio con una gelida saetta. Attendiamo che arrivi il controllore (donna, giovane, con coda di cavallo bionda e vocetta leziosa), ed ella ci tranquillizza: “Non preoccupatevi: stanno cambiando le numerazioni; potete occupare il posto 2d!”

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